Verona. Consiglio comunale vota mozione contro aborto. A favore anche capogruppo del Pd. Non una di meno " A rischio i diritti delle donne"

di redazione 06/10/2018 CULTURA E SOCIETÀ
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ll Consiglio comunale di Verona ha approvato nella notte, con 21 voti a favore e sei contrari, una mozione sottoscritta anche dal sindaco Federico Sboarina, che dichiara Verona «città a favore della vita» e finanzia associazioni cattoliche per iniziative contro l'aborto. Il testo prevede di inserire nell'assestamento di bilancio finanziamenti ad associazioni e progetti che operano nel territorio, promuovere il progetto regionale "Culla segreta", proclamare Verona città «a favore della vita». Respinta la proposta per la sepoltura automatica dei feti abortiti.

Polemiche e protesta a Verona, dopo che ieri notte è giunta all'approvazione una mozione leghista antiabortista passata anche con l'ok della capogruppo del Pd. La mozione definisce Verona "Città a favore della vita", contiene espressioni critiche nei confronti della legge 194 a 40 anni dall'approvazione, e prevede finanziamenti ad associazioni cattoliche che hanno l'obiettivo di promuovere iniziative contro l'aborto. Ed è un caso nel caso il voto favorevole della capogruppo dem, Carla Padovani, nota per le posizioni ultra-cattoliche e già al centro di polemiche per avere preteso di essere tolta da un video targato Pd con la prima unione gay a Verona. Una voto, quello di Padovani, che il segretario Maurizio Martina bolla come "un grave errore perchè non si può tornare al Medioevo" e che viene censurato dal candidato alla segreteria Nicola Zingaretti che avverte: "no ai colpi di mano contro la 194". Ma lei rilascia un'intervista alla Tv della Cei e ribatte: "non mi aspettavo tutte queste polemiche - dice- Sull'aborto è un fatto di coscienza. Sulla 194 non mi pare che ci sia una linea chiara del partito".

Come in una seduta precedente, al Consiglio hanno assistito attiviste del movimento femminista "Non una di meno" vestite da ancelle con i costumi della serie tivù The Handmaid's Tale, che dopo l'approvazione della mozione sono state fatte allontanare dall'aula. «Facciamo presente», ha spiegato una nota del movimento, «che la capogruppo del Pd Carla Padovani ha votato a favore della mozione».

«Uno schiaffo inaccettabile a Verona e alle sue cittadine», per Alessia Rotta, deputata del Pd veronese. Il voto del Consiglio, ha detto, «ci ha riportato indietro ad anni in cui le donne morivano per le interruzioni di gravidanza e proliferavano gli aborti clandestini». E ha attaccatola capogruppo Padovani per «non aver informato il gruppo e per non averlo rappresentato. Ma abbiamo la consapevolezza che si tratta di una posizione del tutto personale». Anche Giuditta Pini, altra onorevole dem di Verona, su Facebook si è espressa in termini categorici sul caso Padovani: «Non credo che sia una persona che possa stare nel Pd. Per quanto possiamo essere plurali, esistono dei limiti che qualificano anche lo stare in una comunità e credo che lei li abbia allegramente superati».

In serata Carla Padovani, parlando ai microfoni del Tg2000, ha chiarito la sua posizione dicendo: «La vita è valore universale e non di partito». «Ho votato secondo coscienza. Sulla legge 194 non mi sembra che il Pd abbia una linea chiara. Non mi aspettavo tutte queste polemiche», ha aggiunto. «Ho votato a favore perché sono favorevole a qualsiasi iniziativa a sostegno della vita che può essere in questo caso sostegno della vita nascente oppure dell'immigrazione. La vita è un valore universale e come tale dovrebbe essere retaggio non di un singolo partito ma di tutte le formazioni politiche», ha aggiunto il capogruppo del Partito democratico del Consiglio comunale di Verona. «Non ho ravvisato alcun valore strumentale», ha aggiunto Padovani, «sono stata accusata in modo particolare dal mio partito che quelli della Lega avevano fatto la mozione in maniera strumentale. Io ho votato la parte deliberativa della mozione in cui si diceva che si stanziavano fondi a sostegno di quelle associazioni che lavorano per la vita». «Sull'aborto è un fatto di coscienza. Il codice etico del Pd del 2008 parla all'articolo 2 di libertà di coscienza. Faccio quindi riferimento a questo».

«Così non va. Non si procede con colpi di mano ideologici su temi così delicati. Non si rispetta la vita se non si rispettano le scelte delle donne, soprattutto quando sono difficili come lo è quella di interrompere una gravidanza. L'Italia ha una legge seria, la 194, che va applicata», è stata la reazione del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Il segretario reggente Maurizio Martina ha lasciato il suo pensiero a Facebook rimarcando l'importanza della legge 194: «Con chiarezza: la legge 194 a difesa delle donne e della maternità consapevole non si tocca. Chi vuole ricacciare il Paese nel passato degli aborti clandestini, deve sapere che tutto il Pd si è battuto e si batterà sempre per difendere questa conquista di civiltà a tutela della libertà e della salute delle donne. Non può esserci nessuna ambiguità su questo punto tanto più oggi, di fronte alle provocazioni di alcuni esponenti della maggioranza di governo che immaginano per l'Italia un ritorno al Medioevo». Furiosa anche Monica Cirinna: «Sono esterefatta e schifata che a Verona la capogruppo del Pd abbia votato una mozione contro la legge 194. Va bene gli appelli all'unità, ma se l'unità deve essere un fritto misto, un mettere insieme questo e quello io non ci sto. Il Pd deve essere un partito fieramente di sinistra».


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